Diagnosi

Per arrivare alla diagnosi del sarcoma di Ewing si parte in genere con esami che permettono di ottenere immagini delle ossa e dei tessuti molli potenzialmente interessati dalla malattia.
Può essere utile una radiografia della regione sospetta seguita eventualmente da una risonanza magnetica o una TC (tomografia computerizzata) per definire meglio la massa evidenziata ai raggi X.
Scintigrafia ossea e PET (tomografia a emissione di positroni) aiutano a stabilire se il tumore si è diffuso in altre regioni del corpo, ma la biopsia rimane fondamentale per essere veramente certi della sua presenza.
In alcuni casi, quando il tumore è particolarmente piccolo e in posizione ben accessibile, la massa può essere interamente rimossa nel corso della biopsia, ma molto più frequentemente durante l’esame si preleva solo un frammento di tessuto che verrà poi analizzato al microscopio.
Dal punto di vista pratico, la classificazione dei tumori di Ewing si limita a distinguere due gruppi: i tumori localizzati e quelli metastatici.
Viene definito localizzato un tumore che non si è ancora diffuso in organi diversi da quello di origine, mentre il tumore metastatico ha già dato origine a nuovi tumori in organi anche lontani.
In un caso su quattro, gli esami mettono in luce la presenza di metastasi, ma in molti altri casi sono presenti le cosiddette micrometastasi, ovvero gruppi di cellule tumorali che si sono stabilite in organi diversi da quello di origine, ma che sono talmente piccoli da risultare invisibili agli esami diagnostici.